Ciccioni nato da un progetto in collaborazione con l’Ausl della Romagna, lo spettacolo porta In scena i pazienti obesi ed ex obesi che si raccontano con uno sguardo di autoironia. Il copione nasce e ripercorre i loro drammi personali, dietro l’obesità a volte si nascondono storie di sopraffazione, abusi, bullismo, emarginazione. Il palco li accompagna in un processo di liberazione da esperienze traumatizzanti o da situazioni conflittuali, dalle loro ossessioni, dalle loro angosce.
Si tratta di un teatro che fa bene a chi lo fa e a chi lo guarda, un teatro con una funzione terapeutica. Grazie alla connessione fra teatro e percorso medico/chirurgico, i pazienti ed ex pazienti obesi hanno ritrovato l’equilibrio, sono rinati nel corpo e nella mente, tanto che per loro calcare il palcoscenico è diventato un bisogno, una necessità, così si sono trasformati in veri attori.
Attraverso la chirurgia bariatrica e il teatro sono rinati nel corpo e nella mente. Per questi motivi dal 2019 Ciccioni è presente nella Rassegna del Teatro Dehon di Bologna “Diverse Abilità in scena”, ideata dal Dr. Fulvio De Nigris, Direttore del Centro Studi per la ricerca sul coma, Gli Amici di Luca. Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2017, ha anche un percorso privilegiato all’interno delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Per i pazienti – attori condividere il loro vissuto con gli adolescenti è motivante. Rendere partecipi i ragazzi di ciò che hanno provato, mettendo le esperienze personali al servizio degli altri, rappresenta il compimento del loro processo di trasformazione. Il dolore si riscatta e assume un senso nell’essere utile agli altri. I bambini, i giovani devono essere consapevolizzati da subito sulle conseguenze dei loro comportamenti. Per estirpare il bullismo o l’emarginazione dei più deboli non si può prescindere da un cambiamento di mentalità.
Al termine dello spettacolo gli attori si mettono a disposizione del pubblico per rispondere a domande, dubbi, curiosità, ormai forti e temprati dal percorso compiuto, spiegano quanto può ferire una parola, anche se detta con leggerezza a, chi si trova in un momento di debolezza. Quanto può far male uno sguardo, l’esclusione e l’emarginazione dell’obeso e della persona fragile. Possiamo affermare che i pazienti ex obesi sono stati aiutati a trasformare una situazione negativa, come l’obesità, in un’esperienza intensa come quella del teatro.
I pazienti – attori fanno parte di Amando – Associazione Malattie Endocrine e dell’Obesità, che realizza i progetti con Sartoria Teatrale.